La Riserva Naturale Orientata Saline di Priolo
è stata istituita con D.A. numero 807/44 del 28 dicembre del 2000 (Codice EUAP 1099) ed è stata affidata in gestione alla LIPU. È stata istituita al fine di “tutelare il sistema dei bacini di cui è costituita la salina che ospita estesi Phragmiteti e Salicornieti che, unitamente alla zona umida propriamente detta, offrono particolare ricetto alla ricca avifauna migratoria e stanziale”.
La Riserva Naturale Saline di Priolo, istituita dalla Regione Siciliana, tutela una piccola, ma interessante zona umida residuo delle estese zone paludose che orlavano tutta la costa della Sicilia sud-orientale.
L’area protetta è anche Sito Natura 2000 cod. ITA 090013. L’area, proprio di recente, con la pubblicazione del “Settimo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea” pubblicato in Gazzetta dell’U.E. del 21/12/2013 è stata oggetto di un piano di ampliamento che ha portato la superfice del Sito Natura dai 50 ettari agli oltre 232 ettari inglobando numerosi habitat prioritari posti a sud dell’area e, soprattutto, la Penisola Magnisi.
Antichissima la produzione del sale in questa zona, già menzionata da Plinio il Vecchio, nel I secolo d.C., la Salina “delli Magnisi” occupava, ancora alla fine degli anni ’60, una superficie di oltre 80 ettari suddivisa in pantani di servizio e caselle salanti. L’industrializzazione della fascia costiera da Siracusa ad Augusta ha cambiato radicalmente il volto di quest’angolo di Sicilia, ampi settori della salina sono stati interrati per la costruzione della centrale ENEL e del depuratore consortile, o semplicemente usati come discarica.
Un oleodotto, oggi dismesso, le ha attraversate dal 1956 al 2006. Per la bonifica dell’oleodotto è stato preparato un piano che, in circa un anno e mezzo, ha permesso di rimuovere la struttura, restituendo all’area parte dell’antico splendore. Fortunatamente la riscoperta del valore culturale e scientifico delle zone umide ha permesso di salvare una parte delle saline: circa 40 ettari che comprende il settore più prossimo alla penisola di Magnisi. Una vera “oasi tra le ciminiere” di grande interesse educativo e testimonianza della storia umana e non solo naturale di questo territorio.